Benessere del sistema venoso.

Cos’è, come funziona, consigli per mantenere efficiente e in salute il sistema venoso

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Sistema venoso: cos’è e come funziona

Indicazioni utili per la salute delle nostre vene

Il sistema venoso fa parte dell’apparato circolatorio, cioè quell’insieme di organi e vasi che consentono al sangue di trasportare nutrienti e linfa a tutte le cellule del nostro corpo. Quando si parla di sistema venoso si intendono i vasi sanguigni che trasportano il sangue dalle zone periferiche del nostro corpo (ad esempio gambe e braccia) al cuore. Il cuore, ricevuto il sangue dal sistema venoso, lo spinge verso i polmoni per ossigenarlo e rimandarlo, attraverso le arterie, carico di nutrienti a tutte le cellule.

A partire dalla periferia e procedendo verso il cuore, i vasi venosi diventano sempre più grandi. In periferia, le vene hanno un diametro molto piccolo, simile a quello dei capillari, mentre in prossimità del cuore (ad esempio la vena cava superiore e la vena cava inferiore) hanno un diametro che può superare i 2 centimetri (quanto il dito mignolo di una persona adulta).

Il sistema venoso fa parte dell’apparato circolatorio, cioè quell’insieme di organi e vasi che consentono al sangue di trasportare nutrienti e linfa a tutte le cellule del nostro corpo. Quando si parla di sistema venoso si intendono i vasi sanguigni che trasportano il sangue dalle zone periferiche del nostro corpo (ad esempio gambe e braccia) al cuore. Il cuore, ricevuto il sangue dal sistema venoso, lo spinge verso i polmoni per ossigenarlo e rimandarlo, attraverso le arterie, carico di nutrienti a tutte le cellule.

A partire dalla periferia e procedendo verso il cuore, i vasi venosi diventano sempre più grandi. In periferia, le vene hanno un diametro molto piccolo, simile a quello dei capillari, mentre in prossimità del cuore (ad esempio la vena cava superiore e la vena cava inferiore) hanno un diametro che può superare i 2 centimetri (quanto il dito mignolo di una persona adulta).

Il sistema venoso degli arti è suddiviso in:

  • Sistema venoso superficiale sottocutaneo, il cui compito è trasportare il sangue dalla superficie (cute e tessuti sottocutanei) alle vene profonde, attraverso le vene chiamate perforanti.

  • Sistema venoso profondo che porta il sangue al cuore.

Le vene hanno al loro interno delle valvole a forma di semiluna, importantissime perché hanno il compito di veicolare il flusso sanguigno nella direzione corretta (verso il cuore), impedendo di fatto che il sangue refluisca verso il basso. Queste valvole si aprono appena il sangue viene spinto verso l’alto in direzione del centro del corpo, contro la gravità, e si chiudono nell’istante in cui il sangue si arresta, tendendo a scorrere all’indietro.

Consigli per mantenere efficiente e in salute il sistema venoso

Avere uno stile di vita sano ed evitare gli eccessi, contribuisce a mantenere un buono stato di salute generale. Ci sono degli accorgimenti specifici che ci aiutano a “dare una marcia in più” al nostro sistema venoso. I fattori di rischio su cui possiamo agire da subito per prevenire le patologie del sistema venoso (e circolatorio) sono quelli che già ben conosciamo tutti:

Alimentazione

Un’alimentazione regolare, bilanciata, ricca di fibre, vitamine e minerali è consigliata. Il consiglio è quello di seguire la nostra dieta mediterranea (che è anche diventata patrimonio Unesco) facendo attenzione a mangiare 5 porzioni di frutta e verdura al giorno.

Ci sono alcuni elementi che ci aiutano più di altri a mantenere il sangue fluido, perché contribuiscono a far scendere il tasso di colesterolo e trigliceridi nel sangue.

  • Omega-3 che abbassano i livelli di lipidi e sono antinfiammatori.
  • Acido Folico, utile alla replicazione cellulare.
  • Vitamina B6 che aiuta a metabolizzare gli amminoacidi
  • Vitamina B12, che aiuta a sviluppare globuli rossi e a metabolizzare gli acidi grassi

Anche l’acqua è molto importante per il benessere del sistema circolatorio, aiuta il cuore a pompare più facilmente il sangue attraverso i vasi sanguigni e a regolare la pressione sanguigna. Il consiglio è di bere dai 6 agli 8 bicchieri di acqua al giorno (circa 2 litri) per mantenere il proprio corpo ben idratato e godere dei benefici.

Sul sito dell’Istituto Superiore di Sanità sono pubblicati i consigli utili per seguire una dieta sana e bilanciata che vi invitiamo ad approfondire.

Attività fisica

Non è necessario essere degli atleti per mantenere uno stile di vita sano.

L’attività fisica, anche moderata aiuta moltissimo, perché contribuisce a migliorare la qualità della vita influendo positivamente sullo stato di salute (aiutando a prevenire e ad alleviare molte patologie croniche) e sul grado di soddisfazione personale (contribuendo a sviluppare rapporti sociali e aiutando il benessere psichico). L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha pubblicato nel 2020 le Linee guida sull’attività fisica per restare in salute “Global recommendations on Physical activity for Health”.

  • Per gli adulti (18 – 64 anni): almeno 150 minuti alla settimana di attività moderata o 75 di attività vigorosa (o combinazioni equivalenti delle due) in sessioni di almeno 10 minuti per volta, con rafforzamento dei maggiori gruppi muscolari da svolgere almeno 2 volte alla settimana
  • Per gli anziani (dai 65 anni in poi): le indicazioni sono le stesse degli adulti, con l’avvertenza di svolgere anche attività orientate all’equilibrio per prevenire le cadute.

A chi non ha la possibilità di seguire tutte le indicazioni, si consiglia di fare attività fisica almeno 3 volte alla settimana e di adottare uno stile di vita attivo adeguato alle proprie condizioni.

Patologie del sistema venoso

Cause e sintomi

Quando si parla di patologie del sistema venoso generalmente si indica il fatto che le vene non funzionino correttamente, provocando un’anomalia nel normale flusso sanguigno.

Le cause più frequenti sono: la familiarità, l’ortostatismo prolungato (stare in piedi per tante ore), l’essere in sovrappeso, le gravidanze, i lavori pesanti che comportino una prolungata stazione eretta (per esempio negozianti, cuochi, camerieri, banconieri ecc.) oppure la prolungata stazione seduta (autisti, impiegati ecc.).

Altri fattori che incidono attivamente sono: Esposizione frequente a fonti di calore, L’abitudine ad assumere posizioni scorrette, Una postura dei piedi scorretta Calzature che ostacolano il flusso sanguigno nell’area plantare, Stipsi cronica, Malformazioni vascolari, Precedenti trombosi venose.

È capitato a tutti, anche più volte nella vita, di sentire le gambe stanche e pesanti, magari dopo aver passato la giornata in piedi o dopo un’intesa attività sportiva. Ci capita soprattutto d’estate, quando le vene, per effetto delle temperature più alte, tendono a dilatarsi. Nella maggior parte dei casi, con il riposo notturno, questi sintomi passano da soli. Ci sono però altri casi in cui sono persistenti e alla sensazione di stanchezza e pesantezza si aggiungono: crampi notturni, prurito, senso di calore e bruciore, per citare i più tipici. Questi segnali ci indicano che potremmo essere di fronte ad un disordine della circolazione venosa caratterizzato da un difficoltoso ritorno del sangue dagli arti al cuore.

I sintomi a cui prestare attenzione e che potrebbero indicare una malattia venosa cronica sono: Teleangectasie e venulectasie, Varici visibili e palpabili, Pesantezza e stanchezza degli arti inferiori, Crampi notturni, Edemi declivi, Prurito, Dolore fino alla claudicazione venosa, Ipodermite, Pigmentazioni cutanee, Eczemi varicosi, Varicorragie, Ulcere.

Quando si parla di patologie del sistema venoso generalmente si indica il fatto che le vene non funzionino correttamente, provocando un’anomalia nel normale flusso sanguigno.

Le cause più frequenti sono: la familiarità, l’ortostatismo prolungato (stare in piedi per tante ore), l’essere in sovrappeso, le gravidanze, i lavori pesanti che comportino una prolungata stazione eretta (per esempio negozianti, cuochi, camerieri, banconieri ecc.) oppure la prolungata stazione seduta (autisti, impiegati ecc.).

Altri fattori che incidono attivamente sono: Esposizione frequente a fonti di calore, L’abitudine ad assumere posizioni scorrette, Una postura dei piedi scorretta Calzature che ostacolano il flusso sanguigno nell’area plantare, Stipsi cronica, Malformazioni vascolari, Precedenti trombosi venose.

È capitato a tutti, anche più volte nella vita, di sentire le gambe stanche e pesanti, magari dopo aver passato la giornata in piedi o dopo un’intesa attività sportiva. Ci capita soprattutto d’estate, quando le vene, per effetto delle temperature più alte, tendono a dilatarsi. Nella maggior parte dei casi, con il riposo notturno, questi sintomi passano da soli. Ci sono però altri casi in cui sono persistenti e alla sensazione di stanchezza e pesantezza si aggiungono: crampi notturni, prurito, senso di calore e bruciore, per citare i più tipici. Questi segnali ci indicano che potremmo essere di fronte ad un disordine della circolazione venosa caratterizzato da un difficoltoso ritorno del sangue dagli arti al cuore.

I sintomi a cui prestare attenzione e che potrebbero indicare una malattia venosa cronica sono: Teleangectasie e venulectasie, Varici visibili e palpabili, Pesantezza e stanchezza degli arti inferiori, Crampi notturni, Edemi declivi, Prurito, Dolore fino alla claudicazione venosa, Ipodermite, Pigmentazioni cutanee, Eczemi varicosi, Varicorragie, Ulcere.

Principali Patologie del sistema venoso

Le varici o vene varicose, sono vene dilatate degli arti inferiori dovute a malattia del sistema venoso superficiale, della vena grande e della vena piccola safena.

Si formano grappoli di vene dilatate, la sintomatologia solitamente è rappresentata da gonfiore della gamba interessata, pesantezza, senso di tensione, dolore e calore della pelle. Le vene varicose si possono curare con intervento laser, radiofrequenza, stripping (poco utilizzato perché è molto invasivo) e, in alcuni casi, con la scleroterapia.

Nei casi in cui l’intervento chirurgico è controindicato, le varici si possono curare con calze elastiche e terapia medica.

La Trombosi Venosa Profonda (TVP) è la formazione di un trombo (ossia un coagulo di sangue) all’interno della circolazione venosa profonda e colpisce soprattutto le vene degli arti inferiori.

Se non viene rilevato in tempo si può estendere ad ampi tratti dei vasi venosi fino all’addome, risalendo ai polmoni e provocando problemi molto gravi.

La Trombosi Venosa Profonda può presentarsi dopo: lunghi periodi a letto, interventi chirurgici, fratture, in caso di malattie oncologiche durante la chemioterapia, mentre si assume la pillola anticoncezionale. Nei casi più rari, a causa di malattie genetiche che alterano la normale coagulazione sanguigna o come complicanza di tromboflebite in malattia varicosa. I sintomi sono gonfiore della gamba, dolore intenso, arrossamento della pelle e difficoltà a camminare.

La diagnosi viene fatta con EcoColorDoppler agli arti inferiori e la terapia consiste in anticoagulanti e uso di opportune calze elastiche.

La Trombosi Venosa Superficiale (TVS) è la formazione di un trombo (ossia un coagulo di sangue) all’interno della circolazione superficiale. Spesso interessa le vene varicose, la grande safena e la piccola safena.

La Trombosi Venosa Superficiale può interessare anche solo delle varicosità isolate ed i sintomi sono dolore, intenso arrossamento dei vasi interessati, infiammazione, formazione di indurimento delle vene.

La diagnosi viene fatta, anche in questo caso, con EcoColorDoppler agli arti inferiori e la terapia consiste in anticoagulanti e uso di calze elastiche, in un secondo momento potrebbe rendersi necessario un intervento  chirurgico (laser, radiofrequenza o stripping).

La trombosi detta “del viaggiatore” o “sindrome della classe economica” si manifesta in occasione di viaggi di lunga durata o per chi è pendolare, a causa del mantenimento per lungo periodo della stessa posizione.

Quando stiamo seduti le vene vengono schiacciate e devono lavorare maggiormente per pompare il sangue dalle gambe al cuore. Questo può causare la formazione di un trombo che può portare a Trombosi Venosa Profonda o Superficiale.

Alcuni accorgimenti possono aiutarci a prevenire la Sindrome della Classe Economica, ad esempio: bere molta acqua, evitare di fumare, evitare l’assunzione di caffè o bevande alcoliche sia prima che durante il volo, evitare di accavallare le gambe, camminare lungo la cabina quando possibile, alzarsi dal posto e distendere braccia e gambe, eseguire degli esercizi per piedi e gambe, evitare di indossare abiti aderenti ma comodi.

Largamente raccomandato è l’uso di calze che grazie ad un lavoro di compressione graduata apportano beneficio alle gambe.

Con il termine teleangectasie si indicano i capillari che si vedono specialmente nelle gambe delle donne (a volte anche in altre parti del corpo, come il viso). La maggior parte delle volte non sono una patologia vera e propria, rappresentando principalmente un disturbo estetico.

Quando compaiono è comunque consigliata una visita angiologica e un EcoColorDoppler venoso agli arti inferiori, per escludere che vi siano varicosi.

Nel caso in cui l’esame diagnostico dia esito positivo, sarà necessario trattare dapprima le vene varicose e poi le teleangectasie.

Se invece il disturbo è solo estetico, si può decidere di eliminare le teleangectasie con scleroterapia o laser terapia.

Sistema venoso e Gravidanza

Durante la gravidanza, il corpo della donna vive molti cambiamenti e alcuni mettono a dura prova l’organismo sin dal primo trimestre di gestazione. Uno dei cambiamenti riguarda la circolazione sanguigna che può portare alla comparsa di vene varicose o di teleangectasie negli arti inferiori.

Le varici in gravidanza si sviluppano principalmente nella zona dei glutei, dell’inguine, delle cosce e delle gambe, è bene precisare che non comportano rischi relativi alla gravidanza in sé e al bambino, ma possono sfociare in complicazioni come la tromboflebite (l’occlusione e l’infiammazione della vena varicosa causata dalla formazione di un trombo dentro la vena).

Con alcuni accorgimenti si può evitare la comparsa delle varici, o perlomeno tenerle sotto controllo. Fermo restando che è sempre fondamentale mantenere uno stile di vita sano, dedicando del tempo ogni giorno all’attività fisica e seguendo un’alimentazione corretta, ci sono alcuni consigli più specifici:

1_ Usare il cuscino da gravidanza durante la notte, che aiuterà a non dormire a pancia in su. La posizione migliore in gravidanza è sul fianco sinistro per non comprimere la vena cava inferiore che drena il sangue venoso dell’addome, delle pelvi e delle gambe. Altro consiglio è dormire con i piedi leggermente rialzati rispetto al resto del corpo (sono sufficienti alcuni centimetri, circa 4)

2_ Evitare scarpe senza tacco o troppo alte (cioè superiore ai 5 centimetri)

3_ Evitare sbalzi di temperatura eccessivi, sauna, bagno turco, esposizione al sole nelle ore più calde o in generale senza protezione.

4_ Evitare di stare troppo tempo sedute o in piedi ferme, nel caso sia necessario è meglio indossare le calze elastiche e dedicare qualche momento ad esercizi specifici per la riattivazione della circolazione.

In gravidanza le calze elastiche a compressione graduata aiutano il flusso venoso, rallentano l’aggravamento delle vene varicose e riducono i sintomi (dolore, pesantezza, bruciore, gonfiore).  In generale, rivolgersi ad un flebologo prima della gravidanza è importante per comprendere se c’è una predisposizione alla malattia venosa e di conseguenza stabilire un percorso di prevenzione da mettere in atto.

Durante la gravidanza, il corpo della donna vive molti cambiamenti e alcuni mettono a dura prova l’organismo sin dal primo trimestre di gestazione. Uno dei cambiamenti riguarda la circolazione sanguigna che può portare alla comparsa di vene varicose o di teleangectasie negli arti inferiori.

Le varici in gravidanza si sviluppano principalmente nella zona dei glutei, dell’inguine, delle cosce e delle gambe, è bene precisare che non comportano rischi relativi alla gravidanza in sé e al bambino, ma possono sfociare in complicazioni come la tromboflebite (l’occlusione e l’infiammazione della vena varicosa causata dalla formazione di un trombo dentro la vena).

Con alcuni accorgimenti si può evitare la comparsa delle varici, o perlomeno tenerle sotto controllo. Fermo restando che è sempre fondamentale mantenere uno stile di vita sano, dedicando del tempo ogni giorno all’attività fisica e seguendo un’alimentazione corretta, ci sono alcuni consigli più specifici:

1_ Usare il cuscino da gravidanza durante la notte, che aiuterà a non dormire a pancia in su. La posizione migliore in gravidanza è sul fianco sinistro per non comprimere la vena cava inferiore che drena il sangue venoso dell’addome, delle pelvi e delle gambe. Altro consiglio è dormire con i piedi leggermente rialzati rispetto al resto del corpo (sono sufficienti alcuni centimetri, circa 4)

2_ Evitare scarpe senza tacco o troppo alte (cioè superiore ai 5 centimetri)

3_ Evitare sbalzi di temperatura eccessivi, sauna, bagno turco, esposizione al sole nelle ore più calde o in generale senza protezione.

4_ Evitare di stare troppo tempo sedute o in piedi ferme, nel caso sia necessario è meglio indossare le calze elastiche e dedicare qualche momento ad esercizi specifici per la riattivazione della circolazione.

In gravidanza le calze elastiche a compressione graduata aiutano il flusso venoso, rallentano l’aggravamento delle vene varicose e riducono i sintomi (dolore, pesantezza, bruciore, gonfiore).  In generale, rivolgersi ad un flebologo prima della gravidanza è importante per comprendere se c’è una predisposizione alla malattia venosa e di conseguenza stabilire un percorso di prevenzione da mettere in atto.

Diagnostica delle patologie del sistema venoso

Sono 4 gli esami diagnostici che aiutano gli specialisti a rilevare eventuali patologie del sistema venoso: Ecocolordoppler (ECD), TAC e Risonanza Magnetica, Intravascular Ultrasound (IVUS), Flebografia.

Diagnostica delle patologie del sistema venoso

Sono 4 gli esami diagnostici che aiutano gli specialisti a rilevare eventuali patologie del sistema venoso: Ecocolordoppler (ECD), TAC e Risonanza Magnetica, Intravascular Ultrasound (IVUS), Flebografia.

Ecocolordoppler (ECD)

Si tratta di un esame diagnostico non invasivo che sfrutta gli ultrasuoni per studiare le strutture interne delle vene sia del sistema venoso profondo che di quello superficiale.

L’esame parte dall’inguine per proseguire lungo la coscia e la gamba. In presenza di varici se ne valutano dimensioni, presenza o meno di reflusso, analizzando da dove nascono e dove terminano. Sostanzialmente viene fatta una “mappa” della malattia.

TAC e Risonanza Magnetica

Tomografia Computerizzata (TAC) e Risonanza Magnetica Nucleare sono esami diagnostici non invasivi.

Ci si avvale di questi sistemi diagnostici per lo studio dei tessuti profondi, in flebologia sono utilizzate in caso di anatomie molto difficili da studiare o troppo profonde per essere viste con l’esame ecocolordoppler.

Intravascular Ultrasound (IVUS)

L’IVUS è una metodologia diagnostica invasiva. Viene consigliata in caso di patologie venose alle grosse vene addominali. Consiste nell’introduzione, attraverso una puntura, di una piccola sonda ecografica per analizzare i vasi venosi addominali.

Permette di vedere in diretta la parete delle vene in cui si trova, valutando un loro eventuale schiacciamento o trombosi.

Flebografia

La flebografia è un esame invasivo, riservato a pazienti che soffrono di importanti patologie venose. Grazie a questo sistema diagnostico è possibile esaminare direttamente le vene, grazie ad un’iniezione di mezzo di contrasto o anidride carbonica. Solitamente si accede dalla vena femorale, si inserisce una guida metallica che raggiunge la regione corporea da esaminare. Le immagini vengono acquisite attraverso radiografie istantanee, come foto “scattate” durante l’iniezione del mezzo di contrasto o dell’anidride carbonica.

La flebografia raramente è utilizzata in caso di varici, è utile per studiare le vene profonde dell’arto inferiore e soprattutto le vene dell’addome, difficilmente visibili con il solo ecocolordoppler.

Terapia delle patologie del sistema venoso

A seconda della gravità delle patologie del sistema venoso ci sono 4 macrocategorie terapiche che aiutano le persone soggette a queste malattie a mantenere, per quanto possibile, uno stile di vita attivo.

I farmaci utilizzati nei casi di insufficienza venosa cronica hanno l’obiettivo di migliorare il tono vascolare e la permeabilità capillare, così da favorire il ritorno venoso e ridurre il danno infiammatorio, oltre ai farmaci anticoagulanti, che fluidificano il sangue.

Ad oggi i farmaci vengono consigliati in combinazione con le calze elastiche o all’intervento chirurgico.

L’introduzione delle calze elastiche a compressione graduata è stato il trattamento che ha determinato il più importante impatto sulla stasi venosa. Si tratta della terapia conservativa standard. Le calze elastiche esercitano una contropressione esterna che favorisce un migliore ritorno venoso verso il cuore. Hanno una molteplice azione sul sistema venoso superficiale e profondo, sul volume ematico, sui tessuti, sul compartimento microvasculotissutale e su eventuali trombi endoluminali.

La compressione viene misurata in mmHg (millimetri di mercurio), e le calze vengono distinte in quattro classi: le più utilizzate sono la classe 1^ (preventiva) e la classe 2^ (terapeutica). I “denari” indicano solo quanto è fitta la trama, non quanta pressione esercita.

La tecnica “stripping” è una delle più tradizionali, consiste in un’incisione chirurgica all’inguine in seguito uno “stripper” di plastica viene fatto passare lungo la vena safena in modo che possa essere rimossa con una tecnica di vero e proprio strappo, chiamata appunto stripping. La procedura è invasiva, con maggior disagio per il paziente rispetto agli altri metodi di trattamento.

La varicectomia (flebectomia) è la rimozione di una vena attraverso una piccola incisione in anestesia locale. Un uncino viene inserito attraverso la pelle anestetizzata e con movimenti gentili di trazione si agganciano i rami varicosi e si asportano.

La terapia endovascolare, anche conosciuta come terapia endovenosa, consiste in una serie di tecniche invasive che permettono l’ablazione della vena safena o di altre vene degli arti inferiori senza la necessità di un taglio chirurgico.

Possono essere di diversi tipi, classificate secondo l’energia che esse usano per chiudere la vena su cui agiscono: il calore, la forza coesiva di una colla, l’effetto irritante di una schiuma sulle pareti venose.

Attualmente le terapie endovascolari sono le tecniche di prima scelta nella cura della patologia varicosa.